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Frattura al piede: quali sono le ossa più soggette?

Le ossa del piede umano sono fondamentali per consentirci di rimanere in piedi e in posizione eretta, il piede ha quindi una funziona di sostegno fondamentale per il nostro corpo. Viene da sé che se subiamo traumi, lesioni o fratture al piede, l’intero apparato muscolo-scheletrico potrebbe risentirne.

Ogni individuo dispone di 26 ossa del piede, raggruppabili, secondo gli anatomisti, in tre gruppi:

  1. Le ossa tarsali, situate nella parte posteriore del piede, dal tallone fino al centro della pianta
  2. Le ossa metatarsali, situate nella porzione intermedia dello scheletro del piede
  3. Le ossa delle dita del piede

A cosa servono le ossa del piede?

Come accennato, le ossa del piede sono molto importanti sia per la postura che per la locomozione:

  1. Permettono la stabilità dell’intero corpo in posizione eretta
  2. Sono in grado di assorbire buona parte del peso del corpo
  3. Grazie ai piedi l’essere umano è in grado di camminare, correre e saltare rimanendo in equilibrio

Quali sono le ossa a rischio di frattura nel piede?

Tra le ossa del piede, le più soggette a frattura sono quelle metatarsali. Si tratta delle 5 ossa che collegano il tarso alle falangi, facilmente esposte a traumi e sovraccarichi, che servono a mantenere l’equilibrio quando si è in piedi e si cammina. L’osso del piede con maggior incidenza di frattura in assoluto è il quinto metatarso.

Le cause di tali fratture possono essere di due tipi:

  • frattura di tipo traumatico, causata da un incidente, da una caduta, da un oggetto pesante caduto sul piede, da un atterraggio da un salto, da un calcio tirato male ecc…
  • frattura da stress, dovuta a un importante sovraccarico dell’articolazione e, in particolare del piede, fino a causarne la rottura.

È bene specificare che non tutti corrono lo stesso rischio di rottura del metatarso. Ci sono, infatti, alcune categorie di persone a più alto rischio di fratture, come atleti degli sport più disparati (atletica, danza, ginnastica, arti marziali); persone obese o in sovrappeso; persone con patologie che influenzano la salute delle ossa (osteoporosi, artrite reumatoide e diabete).

Grafica di un'anatomia del piede

Come prevenire la frattura da stress nel piede

Per prevenire il sovraccarico del piede e quindi possibili traumi, è possibile eseguire una valutazione della propria anatomia e biomeccanica del piede e far realizzare un plantare su misura. In questo modo sportivi o persone in sovrappeso possono limitare il carico eccessivo che, nei casi più gravi, può sfociare in una frattura. Tramite l’analisi baropodometrica si valutano i carichi pressori, l’anatomia e il comportamento del piede in statica, in dinamica o nel gesto atletico.

Grazie a questa analisi si possono creare delle ortesi plantari che creano un appoggio uniforme e sono in grado di scaricare le zone soggette a maggior stress.

Sintomi della rottura del metatarso

Tra i primissimi sintomi a seguito della rottura di una o più ossa metatarsali c’è il dolore che può diventare più acuto con l’aumento del carico sul piede. Altro sintomo è il dolore al tatto e ben localizzato, in quanto spesso si percepisce in prossimità lesione ossea. Il dolore può essere accompagnato dalla presenza di rossore, tumefazione o ematomi. Tutto ciò si traduce in zoppia e difficoltà a camminare.

La frattura da stress, invece, non sempre impedisce di camminare, non vi è segno di lividi e il dolore può crescere progressivamente nell’arco di diversi giorni.

Diagnosi e cura della frattura del piede

Per effettuare un’accurata diagnosi di una frattura al piede è necessario eseguire una radiografia per verificare l’esatta posizione e la tipologia della frattura, procedendo poi col trattamento più appropriato.

In caso di frattura composta, quindi senza dislocazione di frammenti ossei, è possibile intraprendere una terapia conservativa, che consiste nell’applicazione di un gesso corto o di un tutore rigido da portare per un lasso di tempo variabile a seconda del tipo di lesione.

In caso di frattura scomposta sarà il medico ortopedico a valutare la necessità di un intervento chirurgico.

In entrambi i casi è fondamentale una riabilitazione mirata e seguita da degli specialisti. Per un recupero completo, infatti, è indispensabile un movimento costante e controllato del piede appena possibile. Generalmente la guarigione e quindi la ripresa delle normali attività avvengono tra le sei e le otto settimane.

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