Le ossa del piede umano sono fondamentali per consentirci di rimanere in piedi e in posizione eretta, il piede ha quindi una funziona di sostegno fondamentale per il nostro corpo. Viene da sé che se subiamo traumi, lesioni o fratture al piede, l’intero apparato muscolo-scheletrico potrebbe risentirne.
Ogni individuo dispone di 26 ossa del piede, raggruppabili, secondo gli anatomisti, in tre gruppi:
- Le ossa tarsali, situate nella parte posteriore del piede, dal tallone fino al centro della pianta
- Le ossa metatarsali, situate nella porzione intermedia dello scheletro del piede
- Le ossa delle dita del piede
A cosa servono le ossa del piede?
Come accennato, le ossa del piede sono molto importanti sia per la postura che per la locomozione:
- Permettono la stabilità dell’intero corpo in posizione eretta
- Sono in grado di assorbire buona parte del peso del corpo
- Grazie ai piedi l’essere umano è in grado di camminare, correre e saltare rimanendo in equilibrio
Quali sono le ossa a rischio di frattura nel piede?
Tra le ossa del piede, le più soggette a frattura sono quelle metatarsali. Si tratta delle 5 ossa che collegano il tarso alle falangi, facilmente esposte a traumi e sovraccarichi, che servono a mantenere l’equilibrio quando si è in piedi e si cammina. L’osso del piede con maggior incidenza di frattura in assoluto è il quinto metatarso.
Le cause di tali fratture possono essere di due tipi:
- frattura di tipo traumatico, causata da un incidente, da una caduta, da un oggetto pesante caduto sul piede, da un atterraggio da un salto, da un calcio tirato male ecc…
- frattura da stress, dovuta a un importante sovraccarico dell’articolazione e, in particolare del piede, fino a causarne la rottura.
È bene specificare che non tutti corrono lo stesso rischio di rottura del metatarso. Ci sono, infatti, alcune categorie di persone a più alto rischio di fratture, come atleti degli sport più disparati (atletica, danza, ginnastica, arti marziali); persone obese o in sovrappeso; persone con patologie che influenzano la salute delle ossa (osteoporosi, artrite reumatoide e diabete).

Come prevenire la frattura da stress nel piede
Per prevenire il sovraccarico del piede e quindi possibili traumi, è possibile eseguire una valutazione della propria anatomia e biomeccanica del piede e far realizzare un plantare su misura. In questo modo sportivi o persone in sovrappeso possono limitare il carico eccessivo che, nei casi più gravi, può sfociare in una frattura. Tramite l’analisi baropodometrica si valutano i carichi pressori, l’anatomia e il comportamento del piede in statica, in dinamica o nel gesto atletico.
Grazie a questa analisi si possono creare delle ortesi plantari che creano un appoggio uniforme e sono in grado di scaricare le zone soggette a maggior stress.
Sintomi della rottura del metatarso
Tra i primissimi sintomi a seguito della rottura di una o più ossa metatarsali c’è il dolore che può diventare più acuto con l’aumento del carico sul piede. Altro sintomo è il dolore al tatto e ben localizzato, in quanto spesso si percepisce in prossimità lesione ossea. Il dolore può essere accompagnato dalla presenza di rossore, tumefazione o ematomi. Tutto ciò si traduce in zoppia e difficoltà a camminare.
La frattura da stress, invece, non sempre impedisce di camminare, non vi è segno di lividi e il dolore può crescere progressivamente nell’arco di diversi giorni.
Diagnosi e cura della frattura del piede
Per effettuare un’accurata diagnosi di una frattura al piede è necessario eseguire una radiografia per verificare l’esatta posizione e la tipologia della frattura, procedendo poi col trattamento più appropriato.
In caso di frattura composta, quindi senza dislocazione di frammenti ossei, è possibile intraprendere una terapia conservativa, che consiste nell’applicazione di un gesso corto o di un tutore rigido da portare per un lasso di tempo variabile a seconda del tipo di lesione.
In caso di frattura scomposta sarà il medico ortopedico a valutare la necessità di un intervento chirurgico.
In entrambi i casi è fondamentale una riabilitazione mirata e seguita da degli specialisti. Per un recupero completo, infatti, è indispensabile un movimento costante e controllato del piede appena possibile. Generalmente la guarigione e quindi la ripresa delle normali attività avvengono tra le sei e le otto settimane.
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